I videogiochi potrebbero essere paragonati alla musica. Sì, sono tanti i punti i comune. Un videogioco è rilassamento, divertimento, fa passare momenti piacevoli, arte. Così anche la musica. I videogiochi hanno una diffusione capillare, mondiale, sono internazionali, muovono dietro di sè milioni di appassionati.Anche la musica. Ma ci sono anche dei lati negativi. Non tutto è rosa è fiori, detto con il solito luogo comune. I prezzi dei CD di musica sono troppo alti. E' vero, anche quelli dei videogiochi. Quando non avevano questa diffusione non costavano così tanto. Però, in compenso, adesso sono diffusissimi, e abbiamo a disposizione grandi team di programmazione di stile hollywoodiano, grandi multinazionali del videogioco, grandi investimenti, e grandi videogiochi. Ma è proprio così? Come nella musica, proprio così, ci sono ancora una volta delle analogie. Giochi mal realizzati, quasi patetici, infestano i ripiani dei negozi. Come quei CD tipici dell'80% della sezione Nuove Proposte del Festival di SanRemo. Cambiate lavoro direste. E proprio come nella musica, progetti originali, magari non ultrasponsorizzati, magari un po' troppo innovativi e intelligenti, vengono completamente ignorati. Tipico di quando ascoltate il singolo di un nuovo gruppo musicale promettente, ma un po' fuori degli standard del momento, del puramente "commerciale".
Bubble Bobble. O lo ami o lo odi. Proprio come una canzone...Il risultato è un triste e immeritato flop. Tutto per seguire le leggi del mercato: passione, impegno e originalità? Benissimo, se però vendi. Altrimenti, saluti. E proprio come completamento di questo filo logico, ecco che nel mondo della musica, i "big" possono permettersi di spiattellare sul mercato sempre le solite cose, magari senza un po' di inventiva e originalità, vendendo comunque parecchio alla "grande massa" di persone che comprano con la copertina dei CD sugli occhi. Tutto testimoniato specularmente nel mondo dei videogiochi, dove i sequel di alcuni giochi vendono per inerzia al consumatore, che forse solo "perchè ce l'hanno tutti", "perchè è un gioco famoso", "perchè è Tomb Raider" si portano a casa della spazzatura camuffata da gioiello. E poi ci sono i cloni. I sequel spesso sono già di per sè dei pallidi e sobri cloni di sè stessi, ma sono i cloni del genere più in voga, che vende di più a regnare facendola da padroni, e mandando in fumo il lavoro dei "veri" programmatori. E nella musica ancora una voltasi ritrova una situazione analoga, come con le solite boyband dai pezzi lenti, lagnosi e tutti uguali.
Bomb Jack. Tempi lontani, un mondo diverso. Che piace ancora oggi.Che mondo! Ma come la musica aveva dei periodi d'oro, come i periodi remoti dei Beatles e del rock'n'roll, dei grandi cantautori, insomma del pre-commerciale, tempi in cui idoli come i Backstreet Boys probabilmente sarebbero stati mandati a letto senza cena, c'era chi faceva musica col cuore e con impegno. E così per i videogiochi è stato il periodo degli anni '80, e anche dei primi anni '90. Periodi di freschezza e di originalità. E come un appassionato di musica, magari il nostro papà, si reca in un negozio alla ricerca di un vecchio classico, noi emulofili ci rechiamo sulla rete a cercare i "veri" classici, i "veri" giochi, quella qualità e originalità che oggi è difficile a trovarsi. Perchè non si vive di solo presente...
Metal Slug in tutta la sua prorompente vitalità. Il gioco è del 1996, lo stile non sembra. Rinascimento? Forse NEO realismo...