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Simone Zanella
Il mese scorso è stato ricco di emozioni per tutti coloro che seguono da vicino e si interessano dell'emulazione della Playstation. Dopo il noto caso del Virtual Game Station della Connectix, emu commerciale per MAC, migliaia di videogiocatori utenti di Windows si sono subito messi in agitazione all'annuncio dell'imminente rilascio del Bleem. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un emu commerciale, in grado di emulare sul proprio PC di casa la console più venduta del momento (dopo il Gameboy). "Finalmente" sembrano esultare i Playstation fans. Chi non esulta è invece la SONY, che forse rabbrividirebbe nel pensare a cosa sarebbe successo se un emu funzionante di Playstation fosse uscito qualche anno fa, causando perdite nel bilancio per console invendute davvero pesanti. Muovendosi di nuovo per via legale, la casa colosso giapponese ha cercato di impedire la distribuzione dell'emulatore, perdendo nuovamente. Questo a smentita di chi dice che chi ha i soldi ed è potente riesce sempre a vincere. Fatto sta che solo grazie alla SONY l'emulazione, già pesantemente colpita dall'IDSA, riesce a prendersi qualche soddisfazione e allo stesso tempo riguadagnare un po' di orgoglio. Già, perchè la creazione di un emulatore non deve essere vista come un reato, come un atto volto a favorire la pirateria. Chi crea un emulatore non ha sicuramente in testa questo scopo, vuole far tornare a vivere emozioni, ricordi e giochi destinati all'abbandono a sè stessi. Ed'è anche sfida volta a dimostrare a tutti le potenzialità inesplorate e nascoste di un PC moderno. Certo, per quanto riguarda gli emulatori di console come la Playstation, così attuali e all'apice del successo oggi la prima motivazione cade. Ma resta comunque quella della "sfida" instancabile tra chi crede che le console non siano indispensabili e che un buon PC possa fare tutto tranquillamente da solo, contro l'opinione collettiva (senza toccare però il discorso costi, nel quale le console saranno sempre favorite, almeno per adesso). Già la Nintendo l'aveva capito due mesi or sono, forse anche grazie alla radicata esperienza nel mondo dei videogiochi già a livelli pioneristici con i suoi primi arcade da bar (tipo Donkey Kong Junior e Mario Bros) e semipioneristici col Nintendo 8 bit. La SONY forse non ha ancora questa mentalità che la Nintendo sta lentamente "recuperando", e forse vede troppo il mondo dei videogiochi solo come un mercato ricco di profitti esenza un'anima dentro. Speriamo che queste due batoste (magari un po' inaspettate) le servano di lezione...