Oggi ci attendono 4 ore, le ultime di questo percorso di tre giorni. Prima della lezione, ho ormai chiaro che non riuscirò a fare tutto quanto ho in scaletta nemmeno oggi. Nei giorni precedenti, quelli della progettazione del percorso, avevo già tagliato parecchie cose che avrei voluto affrontare (le ho inserite a fine post). Poco male, le faremo nei prossimi anni a scuola, molte già le presentavo nei miei corsi, spesso nelle ore di Educazione Civica.
Si comincia dalla bacheca elettronica di ieri, invito i ragazzi a sintetizzare i concetti. Appena terminato, passiamo al tema cardine di oggi: la privacy. La privacy è uno dei temi più caldi nel “diritto del web”. Lancio una word cloud di Mentimeter da popolare, chiedo di inserire 3 parole, o termini o concetti o pensieri che vengono in mente ai ragazzi parlando di privacy. Ecco cosa ne esce:
Escono termini che mi aspettavo, ANONIMATO, SEGRETEZZA. Ma anche INVIOLABILE, PROTEZIONE. Siamo pronti per affrontare il film di oggi, introduco un po’ l’argomento spiegando che il film è l’origine “di tutti quei popup che ci ritroviamo oggi quando entriamo in un sito che ci chiedono di accettare i cookie“, e spiegando chi è un “whistleblower”. Poi, apro la consueta bacheca su padlet per raccogliere i loro appunti e pensieri durante il film, e si inizia la proiezione di The Great Hack, documentario di Netflix sul caso Cambridge Analytica. Un caso fondamentale per il diritto del web recente. Anche di questo nessuno ha mai sentito parlare.
Facciamo un intervallo a 20 minuti dalla fine del film, 2 ore sono pesanti a metà giugno, a scuola finita, ci vuole. Rientriamo, e completiamo la visione.
Rientriamo, consueto momento di raccolta e condivisione di pensieri e idee su quello che hanno visto. Ci basiamo sulla bacheca condivisa, i punti centrali li hanno colti: “i dati sono diventati le risorse più importanti in questo mondo”, “nessuno ha pensato di leggere termini e condizioni”. Si parla dell’influenza dei dati degli elettori per fare campagne di fake news per condizionare elezioni e politica, di come sia incredibile quanti dati vengono raccolti su ognuno di noi, di quanto sanno di noi le grandi aziende, le big tech. Ora hanno cominciato a comprendere il valore dei loro dati.
Faccio un intermezzo per rilassarci un po’. Chiedo quali social usano frequentemente, apro un sondaggio su Mentimeter.
Tutti usano frequentemente Whatsapp e Youtube. Mi aspettavo più Twitch, da un corso di informatici videogiocatori. Gli faccio vedere il grafico a torta che mostra quanto dipendiamo da questi servizi. Ora ho previsto un momento più rilassato, anche se pur sempre riflessivo, lancio un video della serie Dopamina del canale ARTE, che riguarda la dipendenza dalle app, passando per i rischi per la privacy. Chiedo come mai usano poco Twitch, mi dicono che uno della loro classe fa sempre video e vuole fare lo streamer. Mando allora il video su Twitch. Risate, ma anche più consapevolezza, come ormai hanno capito, che il prodotto siamo noi, per queste aziende. O i nostri dati. O entrambi.
Adesso torniamo al tema principale, formo dei gruppetti, assegno un argomento da approfondire, ogni gruppo creerà una propria bacheca elettronica su padlet per raccogliere e sintetizzare le idee principali.
Un gruppo si occuperà della Costituzione Italiana alla ricerca del diritto alla privacy, perchè non c’è legge o diritto che non parta da lì.
Un gruppo approfondirà il concetto di privacy sul sito PrivaSì, un percorso digitale realizzato da un gruppo di attivisti di Etica Digitale.
Un gruppo leggerà il fumetto ContraChrome, realizzato dall’attivista per i diritti digitali Leah Elliott per spiegare come il browser di Google è diventato negli anni un pericolo per la privacy degli utenti, e lo leggeranno in italiano grazie alla traduzione curata dall’associazione di attivisti Copernicani.
I ragazzi condividono quanto hanno trovato. Sono sorpresi che la nostra Costituzione sia così illuminante in termini di privacy. Già, perchè la Costituzione finora nessuno gliela ha ancora fatta studiare, e nemmeno leggere. Mi segno un appunto, devo inserirla anche io di più nei miei corsi. Le domande trovate su PrivaSì hanno effetto, anche loro pensavano “non ho nulla da nascondere”, e invece è meglio rifletterci. Se ho qualcosa da nascondere o no, la mia privacy deve essere inviolabile. E riguardo a Chrome, basta una domanda “usereste ancora Chrome dopo quello che avete letto?”: “no prof, non sapevamo che facesse tutto questo, abbiamo sempre pensato fosse sicuro come lo presentano”.
Siamo quasi arrivati alla fine, manca mezzora. Ci spostiamo dai computer al tavolo di lavoro condiviso presente in laboratorio. Predispongo computer, microfono ambientale, e mi preparo a registrare una sorta di podcast. Senza appunti, senza traccia, senza preparare nessuno prima, tutto improvvisato. Ogni tanto i ragazzi sono bloccati, si guardano titubanti, ma guidati si sbloccano. Qualcosa è rimasto in loro.
Sono le 14. Abbiamo finito. Tre giorni intensi, nel caldo, un corso opzionale, che non da voti, facoltativo. Potevano essere in spiaggia, hanno scelto di venire e di impegnarsi. Alla cieca un po’, perchè non sapevano che cosa avremmo affrontato. Qualcuno di loro si è messo a provare TOR a casa, alcuni hanno detto che cambieranno browser. Ci salutiamo, il percorso è finito. Rientro a casa, edito un po’ il file audio del podcast per togliere pause e rumori, pronto per finire in questo diario di bordo, eccolo qui di seguito:
Mini Podcast
Aggiustare il mondo, come voleva Swartz, parte da noi, da quello che facciamo. Parte anche da un corso-percorso di 3 giorni a scuola, un po’ improvvisato, in cui dei giovani studenti prendono consapevolezza dei loro diritti e di come funziona Internet. Ora tocca a loro. E a te, che hai letto tutto questo, e magari, come loro, non ne sapevi nulla.
Imperia, 13 Giugno 2024
Attività finanziata con fondi PNRR D.M. 65/2022 Azioni di potenziamento delle competenze STEM e multilinguistiche - I.I.S. Polo Tecnologico Imperiese - ITI G. Galilei Imperia
*Avrei voluto anche parlare di questi temi: Edward Snowden, attraverso il film Citizen Four, il caso di Pirate Bay e del Partito Pirata, con un occhio al film TPB AFK, Julian Assange con il film “We Steal Secrets”, del Digital Service Act, approfondire il GDPR. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito, specialmente sul social libero e decentralizzato Mastodon Uno a fornirmi link, spunti, commenti e consigli mentre ero in cerca di fonti e ispirazione per creare il percorso.