Il 30 Aprile 1986 il CNUCE di Pisa si collegava ad internet per la prima volta: sono ricorsi quest’anno i 30 anni di internet in Italia. Nel 1986 avevo 7 anni, ero troppo piccolo: solo 2 anni dopo avrei avuto il mio primo computer, il più venduto della storia: il Commodore 64.
Era comunque ancora presto per parlare di internet, non essendo ancora stato creato il Web da Tim Berners Lee. Ho effettuato infatti il mio primo collegamento alla rete nel 1997, ero in quarta Liceo Scientifico (sezione Piano Nazionale Informatica, non a caso) e non sapevo che quello sarebbe stato l’inizio non solo di un hobby, ma dei miei interessi, studi e lavori futuri.
Ne approfitto per ricordare invece questi 20 anni di internet a Imperia, città dove attualmente vivo e lavoro.
Lo faccio grazie ai miei ricordi, e all’Internet Web Archive, un vasto progetto che raccoglie i salvataggi delle pagine web dal 1996 ad oggi, grazie a cui ho recuperato alcune pagine storiche per il “mio” internet day.
Comincio con ricordare il primo, e unico all’epoca, Internet Provider della Provincia di Imperia, “Liguria On Line”, il cui dominio e acronomino sono oggi utilizzati per tutt’altro: “LOL” ovvero “tante risate” nel linguaggio delle chat. La data della prima apparizione in rete è del 1996, e anche il Whois del dominio indica quell’anno come prima registrazione. 10 anni dopo Pisa, internet era sbarcata anche nella “mia” Imperia.
Nell’anno del mio primo collegamento la connessione più diffusa era quella via modem su linea telefonica analogica (PSTN ovvero il telefono di casa, che ormai si sta estinguendo soppiantato da rete cellulare e VoIP), con velocità massima di 33,6kb/s (portata a 56K qualche anno più tardi con il supporto dell’ISP alle nuove tecnologie V92 e 56kflex), anche se a livello aziendale erano frequenti le connessioni ISDN digitali che consentivano con la doppia linea a disposizione di raggiungere la velocità di 128kb/s. Il download di 1 MB con un modem 33,6 durava all’incirca 5 minuti, per capire.
Il rumore di connessione che veniva emesso dall’altoparlante del modem è rimasto nel cuore di molti:
La connessione a internet nel 1996 era tutt’altro che economica: occorreva un abbonamento presso il provider, ricordo che aveva un costo di 200.000 lire iva 20% inclusa (corrispondenti oggi all’incirca a 150 euro), più le telefonate per la connessione, che mantenevano occupata la linea voce per tutta la durata del collegamento. Navigare a Imperia nel 1996 non era facile: inizialmente il distretto telefonico di Imperia (0183) era diviso in quattro settori: San Lorenzo al Mare, Imperia, Diano Marina e Pieve di Teco, questo comportava costi di connessione a tariffa praticamente interurbana (concetto ormai scomparso) se effettuate da un settore all’altro, molto più alto rispetto alla tariffa urbana. Prima di diventare a tempo (la famigerata “T.U.T.”) la telefonata urbana costava il solo scatto alla risposta, rendendo felici i primi navigatori che con 127 lire +iva potevano stare connessi per ore. Per me, che non ero ancora cittadino imperiese, il costo di connessione era quindi caro, dovendo collegarmi da un altro settore.
Nel finire degli anni 90, quando iniziavano a comparire i primi operatori alternativi a Telecom Italia e il numero di utenti cresceva, la storica compagnia telefonica propose ai propri utenti le prime speciali tariffe scontate fino al 50% per le connessioni verso il proprio ISP. Un bel passo avanti per le mie ore di navigazione.
Fu grazie a una delibera dell’AGCOM del 2001 (n. 8/01/CIR) che le condizioni degli utenti internet intersettoriali migliorarono ulteriormente: i 4 settori furono aggregati nel distretto di Imperia, rendendo più economico il costo di connessione.
La cosa più significativa per il 1996 e gli anni successivi è che a fronte di costi così consistenti (siamo in Liguria, ci facciamo attenzione…) di fatto la rete non offriva tutto quello che offre oggi. A parte poche alternative (Internet Explorer, fornito gratuitamente con Windows 95) il browser per navigare si doveva pure pagare, come Netscape Navigator. Nemmeno Google era ancora il colosso di oggi: “il” motore di ricerca era Altavista. I newsgroup erano i social network dell’epoca: oggi per recuperarli bisogna andare su Google Groups. Tra l’altro erano pubblici e regolati da una netiquette severa, quindi ci si pensava su due volte prima di scrivere qualche assurdità, inoltre per poter aprire un nuovo newsgroup erano necessarie procedure lunghe e raccolte “firme”.
Nel Registro italiano (il NIC) c’è ancora la pagina con l’elenco di tutti i newsgroup italiani, e il manifesto di un gruppo ideato da me sui videogiochi testuali del passato. All’epoca c’era il boom dei primi emulatori di vecchi videogiochi, il fenomeno del “retrogaming“ che ancora oggi riscuote tanti appassionati. Manco a dirlo il mio primo sito realizzato era una “home page”, ovvero una pagina personale, che oltre a presentarmi parlava di retrogaming. Da lì vennero altri progetti e altri siti, e gradualmente imparai a fare il webmaster.
Non posso definirmi un pioniere. Sono passati “solo” 20 anni, ma sembrano secoli: internet è gratis e senza limiti: si paga solo la velocità della propria linea, non il tempo di connessione o la possibilità di connettersi. Ci rivediamo tra 10 anni. Vediamo cosa sarà cambiato rispetto a oggi, in cui nel mio piccolo festeggio internet anch’io.
P.S. Per chi è cresciuto con l’internet di quegli anni oggi la rete è molto diversa. Per capire non tanto “perchè”, ma “cosa” festeggiamo di quell’evento di 30 anni fa, oltre allo splendido video documentario di Riccardo Luna vale la pena dare uno sguardo (ma dovete essere molto motivati) a CCTLD , Quaderni dell’internet italiano, e soprattutto alla RFC 3271 di Vint Cerf: “Internet è per tutti”.
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